Scarpe antinfortunistiche per le donne

Le scarpe antinfortunistiche per donna si differenziano da quelle per uomo nella forma e nell’estetica. Per quanto riguarda la forma, questa risulta più affusolata, data la diversa anatomia del piede femminile. L’estetica, invece, è influenzata dai colori più vivaci o dalla presenza di inserti colorati.

La ricerca e la tecnologia costruttiva moderna hanno permesso di realizzare ogni tipo di scarpa: da quella standard a quella esteticamente simile ad una scarpa da ginnastica, fino alle versioni “décolleté”, passando per i modelli in pelle con tacco.

In questo modo si cerca di soddisfare tutte le esigenze di estetica ed eleganza, pur senza rinunciare alla sicurezza. Inoltre, i materiali impiegati nella loro costruzione permettono di conferire estrema leggerezza a questo tipo di calzature. Da ultimo, una considerazione sulle scarpe con tacco: poiché la scarpa antinfortunistica viene indossata per molte ore al giorno, deve anche essere comoda e i produttori considerano comodo un tacco di 5 centimetri circa.

Gli impieghi diversi

La filosofia che sta alla base di queste scelte produttive è quella di rispettare la femminilità, pur dovendola adattare al mondo del lavoro. Certo è fondamentale l’ambito lavorativo in cui verranno impiegate: sarebbe arduo impiegare una scarpa décolleté in una catena di montaggio, ma anche qui sono disponibili scarpe esteticamente gradevoli che poco o nulla hanno del “maschiaccio”. Mentre, per le donne in carriera che hanno bisogno di recarsi presso le linee produttive, le scarpe antinfortunistiche eleganti permettono il giusto connubio fra eleganza e sicurezza. In questo modo si evitano noiosi cambi di calzature.

Resta inteso che in situazioni dove l’usura è notevole possono essere impiegate scarpe meno curate esteticamente, ma anche un po’ meno costose. In definitiva, è solo una questione di scelta da parte dell’acquirente, il mercato offre soluzioni per tutti.

Le norme costruttive delle scarpe antinfortunistiche per donna

Trattandosi di scarpe antinfortunistiche, anche le scarpe antinfortunistiche donna sono soggette ad una serie di norme che ricomprendono standard internazionali. Si tratta di norme costruttive dettate dall’ISO, l’organizzazione internazionale per la normazione.

Una curiosità: il termine ISO non definisce un acronimo, ma deriva da un termine greco: “isos” che significa “uguale”. Il motivo di questa scelta è legato al fatto che i fondatori della ISO volevano un termine che denotasse l’universalità, mentre un acronimo si lega indissolubilmente alla lingua con cui viene composto.

Torniamo alle norme di settore e vediamo quali sono e a quale ambito sono riferite:

  1. ISO 20347: calzature da lavoro
  2. ISO 20346: calzature di protezione
  3. ISO 20345: calzature di sicurezza
  4. ISO 20344: metodi di prova, relativi a tutte le tipologie di calzature concepite specificatamente come DPI

Caratteristiche obbligatorie delle calzature antinfortunistiche

Naturalmente, a seconda della norma tecnica che il costruttore ha seguito nella costruzione della scarpa, questa presenta caratteristiche diverse da modello a modello.

Le calzature da lavoro sono le più elementari e non sono dotate di puntale protettivo.

Le calzature di protezione e quelle di sicurezza, invece, sono sostanzialmente identiche nelle caratteristiche, l’unica cosa che le differenzia è la resistenza del puntale di protezione. Quest’ultimo, nelle calzature di protezione sopporta una forza di 100 joule, mentre per le calzature di sicurezza la sua resistenza viene elevata a 200 joule.

Tradotto dal linguaggio prettamente tecnico, cosa significa questo? La risposta è che per sviluppare una resistenza a 100 joule viene lasciato cadere sul puntale un peso di 20 kg da un’altezza di mezzo metro e quest’ultimo deve sopportare lo sforzo senza danneggiarsi. In una resistenza a 200 joule il peso è sempre di 20 kg, ma la distanza di caduta viene elevata ad un metro: anche qui il puntale deve essere in grado di sopportare l’impatto senza danneggiarsi.