DISOLEATORE:  DIMENSIONAMENTO PER LE ACQUE DI SCARICO E DILAVAMENTO

I disoleatori sono stati creati per il trattamento delle acque di scarico provenienti da diverse tipologie di attività, ed anche per il trattamento delle acque di dilavamento (acque meteoriche, di pioggia etc). Queste macchine permettono di separare infatti le acque dalle sostanze inquinanti presenti, ed in particolare tutte le sostanze che presentano un peso specifico minore rispetto all’acqua. Infatti i disoleatori – detti anche deoliatori –  sono detti anche separatori di liquidi leggeri per via di questa particolare caratteristica. I liquidi leggeri responsabili dell’ inquinamento delle acque sono molteplici, tra i quali si possono ricordare oli di varie natura, benzine e idrocarburi in genere. Per inciso tali sostanze non devono essere per forza presenti normalmente nelle acque, ma si possono avere a causa di sversamenti accidentali (come ad esempio la rottura di un motore in un parcheggio). Da questo semplice esempio si capisce come il trattamento delle acque nel deoliatore ovvero nel disoleatore risulti difficile sia in termine di dimensionamento che di progettazione.

Quindi è normale chiedersi: quale disoleatore scegliere?

Prima di tutto si parte dalle acque che si devono trattare. Solitamente le acque si possono dividere in due grandi categorie, le acque di scarico o acque di dilavamento. Quindi si deve intanto capire se le acque sono  di natura di lavorazione industriale, come ad esempio acque di lavaggio di una officina meccanica, oppure le acque sono di natura meteorica o di pioggia, come ad esempio le acque derivanti da un parcheggio scoperto.

Una volta stabilita il tipo di acque (e magari con una bella analisi delle acque da trattare) si passa al dimensionamento vero e proprio, con le relative domande che ci deve porre in questi casi:

  • Quanta acqua arriva al disoleatore? Portata media e di punta sono fondamentali per la scelta del giusto desoleatore
  • Dove vanno scaricate e convogliate le acque? A seconda del tipo di scarico cambia il tipo di trattamento, quindi la scelta varia a seconda si scarichi in pubblica fognatura piuttosto che in roggia o addirittura al suolo. Per ognuno di questi casi si deve verificare i limiti di scarico imposti dalla normativa vigente
  • Quale tipo di disoleatore? nella maggioranza dei casi questa risulta essere la scelta dove si ha maggiore confusione. Ad esempio se nelle acque da trattare si ha presenza di sabbie o solidi (come ad esempio in un piazzale di movimentazione industriale) è buona norma scegliere un disoleatore con relativo vano di dissabbiatura o per meglio dire un disoleatore dissabbiatore. Si devono anche valutare altri aspetti, come il tipo di trattamento (ad esempio se continuo o con portata discontinua), il modo di filtrare le acque (filtrazione a coalescenza, pacchi lamellari, altro)

Queste sono le domande principali a cui il progettista deve trovare risposta. A queste domande ne vanno affiancate altre secondarie ma non meno importanti. Difatti bisogna definire

  • se il tipo di deoleatore va installato interrato (come nella maggioranza dei casi) oppure fuori terra
  • il tipo di struttura della vasca disoleatrice (in cemento armato vibrato oppure in PRFV, o ancora in PE)
  • se il disoleatore ha bisogno o meno di un troppo pieno o by pass per le portate di punta
  • la presenza di strumenti elettronici di controllo e manutenzione etc.

Come si può facilmente capire la scelta del giusto disoleatore risulta una faccenda tutt’altro che semplice. Quindi quando si deve scegliere il giusto disoleatore ci si deve rivolgere a personale qualificato e tecnici competenti.  Nel caso la MS Sinigaglia ha a disposizione uno staff tecnico che gratuitamente può aiutare nella giusta scelta del disoleatore da prendere.