Verona non turistica: un itinerario tra costruzioni militari e stile liberty

Anche se è per tutti la città dell’amore, Verona è una città legata a filo doppio alle arti della guerra. Considerata per secoli avamposto di grande importanza militare e strategica, la città è stata dotata di possenti costruzioni militari che ancora oggi testimoniano tutte le fasi della storia bellica di Verona.

Nei primi decenni del Novecento però Verona aveva cambiato volto e, come moltissime altre importanti città italiane, divenne teatro dell’ascesa della ricca borghesia che ordinò la costruzione delle meravigliose dimore liberty di Borgo Trento.

Quella bellica e quella Liberty sono due anime molto differenti tra loro, che spesso chi visita la città di Verona finisce per trascurare: vale però sicuramente la pena di esplorare la Verona non turistica, magari inforcando la bici durante un Verona bike tour.

L’arsenale austriaco

L’arsenale austriaco Franz Joseph der Este è una possente roccaforte costruita tra il 1840 e il 1861 utilizzando come modello il famoso arsenale imperiale di Vienna.

Data la sua vicinanza a Castelvecchio, fortezza rinascimentale fatta erigere da Cangrande della Scala, l’arsenale austriaco venne realizzato in continuità con il vecchio fortilizio cittadino e ne riprende i colori così come i tipici elementi decorativi.

Discostandosi dalla tipica austerità delle costruzioni belliche, infatti, l’arsenale presenta si presenta alla vista con il rosso, il giallo ed il bianco tipici dello stile romanico e tanto spesso utilizzato nelle costruzioni veronesi.

La piazza d’arme dell’arsenale si estende al centro di ben nove corpi di fabbrica destinati a usi differenti. Oggi ospita aiuole e alberi ed è uno dei parchi cittadini più amati dai veronesi.

Il Comune di Verona, che attualmente gestisce gli spazi dell’antico arsenale austriaco, utilizza spesso alcune delle aree del fabbricato per ospitare mostre ed eventi d’arte.

Nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione che si resero necessari nel corso del 2020, vennero scoperti diversi reperti archeologici risalenti al I secolo a.C. che testimoniano la vocazione “industriale” dell’area, che all’epoca ospitava un mulino dotato di una gigantesca ruota idraulica che misurava quasi 5 metri di diametro.

Verona non turistica: Borgo Trento vi accoglie in stile liberty

Lo stile Liberty esplose in Italia ai primi del Novecento, sulla scia dell’Art Nouveau che si stava affermando in Europa negli stessi anni. A livello architettonico il Liberty si caratterizzò per la sapiente mescolanza di stili con cui vennero realizzati edifici pubblici ma soprattutto dimore private come quelle del Borgo Trento di Verona.

All’inizio del ventesimo secolo questa zona era ancora una zona a vocazione agricola, costituita per lo più da vasti appezzamenti di terreno e dalle case degli agricoltori. Con la costruzione dei ponti Garibaldi e della Vittoria però la zona di Borgo Trento divenne facilmente accessibile dalla città e i veronesi più facoltosi decisero di trasformarla in una meravigliosa città giardino.

Borgo Trento è costellato di villini in stile neo gotico e neo rinascimentale, tra le principali ispirazioni del Liberty.

Villa Brugnoli in via Caprera è caratterizzata anche da significativi innesti di architettura araba.

Poco distante sorge Villino Ribali, nella cui estetica si possono individuare facilmente anche elementi tipici della tradizione architettonica veronese.

Villa Basevi invece è famosa per le torri di ispirazione medievale e per le finestre decorate con intricati motivi in ferro battuto che erano tipici dell’estetica promulgata dalla secessione viennese. Nel corso della seconda guerra mondiale la villa venne occupata dagli ufficiali tedeschi, che costruirono al suo interno corpi di difesa in cemento armato e un bunker nel quale rifugiarsi in caso di attacco.

Villa Battei si ispira invece a un architettura molto più lontana nel tempo rispetto a quella medievale e rinascimentale: le colonne doriche che sorreggono il terrazzo semicircolare si ispirano chiaramente all’arte classica e, più nello specifico, all’opera del Palladio, architetto ufficiale della Serenissima.

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