Gas refrigeranti: i danni che provocano all’atmosfera

Il progressivo surriscaldamento globale, causato dalle emissioni di CO2, sta provocando cambiamenti climatici su tutto il Pianeta. Una delle cause di questo fenomeno è stata individuata nei sistemi di raffreddamento tradizionali che, con il rilascio di gas e liquidi refrigeranti, innalzano notevolmente il livello di inquinamento dell’aria.

Gas refrigeranti: cosa sono e perché sono nocivi

 

I gas refrigeranti, come CFC, HFC e HCFC, sono sostanze chimiche impiegate per trasferire il calore da una sorgente calda ad una fredda. Grazie al loro nei condizionatori possiamo avere nelle nostre case e nei luoghi di lavoro quel piacevole clima fresco nella stagione più torrida dell’anno.

Ma qual è il prezzo che paghiamo? Sono gas inodori, incolori ed apparentemente innocui, eppure i danni che provocano all’ecosistema sono notevoli. Non a caso i CFC (clorofluorocarburi) sono stati messi al bando dal protocollo di Montreal, a causa dei pericoli che comportano quando vengono rilasciati nell’atmosfera: intaccano lo strato di ozono e contribuiscono all’effetto serra.

I danni dell’inquinamento industriale

 

Le grandi industrie sono finite spesso sotto i riflettori accusate di provocare inquinamento industriale con le loro emissioni di gas e scorie della produzione. A queste si aggiungono poi le dispersioni di gas e liquidi rilasciati nell’ambiente dai condizionatori utilizzati per regolare la temperatura interna dei locali di lavoro. Spesso si tratta di grandi capannoni che richiedono accensioni dei condizionatori per lunghi periodi di tempo, con rilascio massiccio di sostanze inquinanti.

Poter garantire ambienti di lavoro ottimali ai dipendenti aumenta la produttività, per cui rinunciare al raffrescamento dei locali diventa impossibile.

Inquinamento dell’aria: gli effetti di ciò che respiriamo

 

L’inquinamento dell’aria non produce solo danni all’ecosistema: i suoi effetti dannosi si possono vedere anche sul nostro corpo. Quando lo strato di ozono si assottiglia sulla terra arriva una quantità maggiore di raggi ultravioletti che, a contatto con la cute, provoca fenomeni di pelle spenta, comparsa di macchie scure e fotoinvecchiamento. Se solo posandosi sulla cute gli elementi inquinanti provocano danni alla pelle, i problemi possono essere maggiori quando le sostanze nocive vengono inalate.

Respirare in zone inquinate vuol dire aumentare enormemente il rischio di andare incontro a patologie respiratorie, ma anche andare incontro a malattie che interessano anche organi diversi da bronchi e polmoni. Cardiopatie e problemi cardiovascolari, infarto miocardico, tumori dei reni e della vescica, ictus cerebrali, diabete e cefalee sono alcune delle patologie che possono insorgere quando respiriamo aria inquinata per un tempo prolungato.

I condizionatori tradizionali, che raffrescano gli ambienti utilizzando i gas refrigeranti, potrebbero presentare un conto molto salato, in termini di salute, in cambio di un po’ di refrigerio a tutti coloro che trascorrono in quei locali almeno otto ore al giorno per ben cinque giorni a settimana.

Sviluppo sostenibile e raffrescatori evaporativi industriali

 

Ma allora dobbiamo dire addio al piacevole fresco nei mesi estivi o rinunciare ad avere ambienti di lavoro salutari? Sicuramente no. Basta volgere la propria attenzione verso sistemi di raffrescamento innovativi che permettono di regolare la temperatura anche in ambienti di grandi dimensioni senza emettere sostanze nocive nell’ambiente. La risposta arriva dal raffrescatore evaporativo industriale: un sistema eco-friendly basato su un funzionamento semplice e in grado di offrire un comfort ottimale nel pieno rispetto dell’ambiente.

Il sistema su cui si basa il funzionamento dei raffrescatori evaporativi industriali è lo stesso che veniva utilizzato già centinaia di anni fa. Si tratta di sfruttare l’effetto provocato dal contatto tra aria calda ed acqua, un contatto che dà origine ad un’evaporazione naturale in grado di abbassare di diversi gradi la temperatura dell’aria.